I nostri progetti: ZeroSei

ZeroSei, un nido speciale per bimbi da 0 a 6 anni

Una vera e propria casa specializzata nell’accoglienza di bambini da 0 a 6 anni, abbandonati o allontanati dal nucleo familiare di origine per gravi incurie fisiche e affettive, violenze ed abusi: la comunità ZeroSei  è nata 18 anni fa per rispondere alle richieste  dei  Servizi Sociali e del Tribunale dei Minori di prendersi cura di bimbi piccoli allontanati dalla famiglia di origine, in particolare nella città di Milano, e affidati alla Fondazione.

I dati sull’affido in Italia* mostrano che i collocamenti in comunità e quelli in famiglia interessano, a livello nazionale, lo stesso numero di bambini: di 28.449 minori fuori famiglia,  14.194 sono in affido e 14.255 in comunità e servizi residenziali. Dei 14.194 di minori dati in affido,  il 53% viene accolto in ambito etero-familiare (di cui il 30% al Sud, 70% in Lombardia, 74% Emilia-Romagna) e il 47% in ambito intra-familiare. Nella sola Lombardia,  dei  3.940  minori dati in affido 2.203 sono bambini e adolescenti in affidamento familiare e 1.737 sono  accolti nei servizi residenziali.

Il rifugio dei più piccoli in attesa di tornare in famiglia o intraprendere un percorso di affido.

ZeroSei assomiglia a un micro-nido. I bimbi ospiti della comunità di accoglienza provengono da un contesto socio-familiare difficile, fortemente degradato e socialmente emarginato, in cui la capacità genitoriale è carente, nel quale hanno spesso sperimentato forme di incuria, maltrattamento e abuso anche gravi o dove, in ogni caso, non sono garantite le elementari condizioni ambientali, affettive, educative sulle quali ogni bambino dovrebbe poter contare,  ancor più nei primi mesi di vita.

Un contesto nel quale L’Albero della Vita opera sin dal 2002: in questi anni di attività,  gli operatori della casa di accoglienza ZeroSei hanno dedicato tempo, cure e attenzioni a più di 100 bambini,  facendoli sentire a casa, sicuri e protetti come in una vera famiglia. 

I bambini ospiti della casa ZeroSei seguono un percorso educativo di alta qualità pedagogica e, a seconda della loro età, frequentano l’asilo di zona, vanno al parco, partecipano a corsi pomeridiani e vanno al mare d’estate.  Sono previste anche periodiche visite con il genitore, ove possibile, sempre sotto la supervisione di un  educatore.

La nostra casa accoglienza per bambini è in grado di accogliere fino a 10 bambini, per rispondere meglio alle richieste dei  servizi sociali e avere degli  spazi più adatti per svolgere le attività ricreative, soprattutto all’aperto. Questa casa permette di attivare un ulteriore importante intervento: l’Affido Pronta Accoglienza Neonati. Questo nuovo progetto per i neonati da 0 a 12 mesi, consentirebbe ai bimbi abbandonati al momento della nascita – e resi subito adottabili – di essere accolti all’interno di un nucleo familiare e di prevedere degli spazi dedicati in cui le famiglie affidatarie possano incontrare i bambini, gli educatori ed eventualmente le famiglie d’origine.

All’interno di ZeroSei a misura di bambino, L’Albero della Vita ha allestito una sala giochi con varie aree strutturate per tema: un angolo gioco simbolico con cucina, tavolo, sedie, bambole e vestiti; un angolo travestimenti;  un angolo creativo arredato con un mobile a scomparti dove riporre tutti i materiali, di riciclo e non; un angolo gioco libero, anche questo attrezzato con un mobile a scomparti accessibile direttamente dai bambini, in modo che possano scegliere liberamente quale gioco utilizzare.

Oltre alla sala giochi, c’è anche un piccolo angolo lettura, con tappeti, cuscini, poltroncine e un mobile accessibile ai bambini che contenga libri di diversa tipologia, da quelli cartonati o plastificati, sfogliabili direttamente dai bambini che possono essere letti dagli operatori e accompagnare i momenti di relax o di pre-addormentamento.

«Quando i bambini entrano da noi, aggiunge Lara, ancora c’è soltanto un pregiudizio. Molto spesso, infatti, i genitori sono ammessi alle visite controllate dagli operatori, dandoci nel frattempo modo di attivare quella rete di servizi territoriali che ci consente di affrontare il caso e capirne le soluzioni in maniera globale. Anche perché per noi è indispensabile che i piccoli non rimangano posteggiati in comunità». E non è così perché, quando il minore arriva, dopo circa due mesi di osservazione, realizziamo un vero e proprio  progetto, il piano educativo individualizzato, nel quale poniamo gli obiettivi concreti e stabiliamo il percorso da fare tutti insieme. Speriamo sempre di lavorare con i genitori, laddove sono tutelanti nei confronti dei loro figli. E’ ovvio che dipende sempre dal caso, perché molto spesso sono il padre o la madre a chiedere aiuto ai servizi sociali in quanto magari è uno dei coniugi maltrattante o abusante. Qui, integriamo l’affido familiare a un consistente supporto professionale per meglio gestire il percorso del bimbo e sostenere i genitori affidatari».

Cosa puoi fare tu?

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